Le testate online si sono prodigate nel definire le tracce contenute in “Mattoni”, ultimo album di Night Skinny uscito venerdì, come autentiche “mattonate sui denti”, alludendo all’anima aggressiva del disco. Tuttavia, leggere la creatura di Skinny soltanto da questa angolazione significherebbe ignorare la potenza di pezzi come “Mille strade” o “Stay Away”. Non si tratta di sentimentalismo: Skinny è un artista maturo e, attraverso le sue basi, fornisce ai pensieri più intimi dei suoi collaboratori uno spazio dove dispiegarsi in libertà, quasi in modo terapeutico, arrivando a catturare un lato dei rapper che rimane spesso celato nei loro stessi dischi.

Non solo mattonate sui denti, quindi, ma anche mattoni sullo stomaco, difficili da assimilare e, sorprendentemente, espressi dai più giovani: Rkomi, primo per presenza e flessibilità, Izi, Ketama e Franco 126, Side Baby creano i momenti più intensi, nostalgici, introspettivi; Noyz Narcos, Gué Pequeno, Marracash, Jake La Furia, invece, non si risparmiano e aggrediscono le basi senza pietà, mentre Luchè si dimostra ibrido, perfetto come boss così come nell’autoanalisi; unica delusione, un Fibra poco ispirato che, se non impressiona, perlomeno non disturba. Skinny riesce a far suonare la nuova generazione profonda e la vecchia ancora rabbiosa, costringendoci ad adottare una prospettiva inedita che, nonostante utilizzi ingredienti già noti, ha il sapore fresco di novità. Benché alcune scelte possano apparire discutibili, come dedicare interamente una traccia a Chadia Rodriguez o inserire a tutti i costi un Achille Lauro troppo occupato a fare la rockstar, la maggior parte delle scommesse risultano vinte, a partire da Madame (eccellente accanto a Rkomi) e tutti i nuovi nomi che ospita la titletrack, compresi il cattivissimo Speranza e il delirante Taxi B. In definitiva, con questo disco Skinny dimostra che, anche se mescolate, le anime di due generazioni non si disperdono, ma rimangono solide come Mattoni.