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Gli abusi ripetuti subiti da Kodak Black in carcere

Articolo di Redazione

23.09.2020

Essere in galera non è una bella esperienza per nessuno, ma per il cantante di ”Tunnel Vision” sembra rasentare la tortura vera e propria.

La nota agenzia stampa TMZ riferisce l’accumulo di casi di abuso fisico ed emotivo nella prigione del Kentucky che hanno portato Kodak Black a intentare una causa contro l’Ufficio federale delle carceri e il direttore di Big Sandy.

La battaglia di Kodak Black è in corso da quest’anno quando i report legali hanno iniziato a documentare pesanti abusi sul rapper da parte degli agenti penitenziari della prigione.

I documenti affermano che il rapper di Baton Rouge è stato trasferito nella prigione di massima sicurezza del Kentucky a seguito di un violento scontro con un altro carcerato nella sua precedente prigione, quella di Miami.

Dal suo arrivo, Kodak afferma di aver subito abusi di routine proprio a causa del suo precedente alterco nella prigione di Miami. Addirittura in un caso gli sarebbe stato negato il permesso di andare al bagno per 6 ore di fila, il che ha portato Kodak all’auto-defecazione e alla minzione. Inoltre, pare che le guardie mettano costantemente Kodak in ginocchio e in mutande al solo scopo di umiliarlo. Più di recente gli è stata anche negata la richiesta di vedere il suo rabbino (mentre paga il suo debito con la società, infatti, Kodak sta attualmente praticando l’ebraico israelita) mentre agli altri detenuti viene concesso l’incontro con gli esponenti del clero per le loro pratiche religiose.

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Ora il team legale di Kodak sta prendendo in mano la situazione e, secondo TMZ, starebbero cercando di trasferire il rapper di 23 anni in una prigione di minor sicurezza intentando una causa perchè gli siano risarciti i danni e le spese legali per ciò che sta sopportando in questi ultimi mesi.