Violenze al carcere di Santa Maria Capua Vetere

Cosa sappiamo delle violenze a Santa Maria Capua Vetere

Articolo di Redazione

01.07.2021

Da qualche giorno circolano delle immagini filmate lo scorso aprile nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, nei pressi di Caserta. Le registrazioni mostrano i detenuti pesantemente percossi dalle guardie carcerarie, senza che abbiano la possibilità di difendersi. Ma ciò che ha scioccato maggiormente di questa vicenda è il motivo delle violenze. Si tratterebbe di una rappresaglia contro le proteste dei detenuti del settore “Nilo”, rei di aver chiesto tamponi e mascherine in un momento in cui in Italia si registravano tra i 15 e i 20mila casi di Covid al giorno. Il tutto in una prigione sovraffollata e lontana dai parametri anti-contagio: sebbene abbia una capacità ufficiale di 809 detenuti, Santa Maria Capua Vetere ospita più di un migliaio di condannati. La protesta sarebbe stata più violenta nei primi giorni, quando i detenuti erano venuti a conoscenza della positività di un dipendente della struttura: avrebbero quindi iniziato a battere contro le sbarre delle celle e a costruire delle barriere con delle brande. Ma le violenze sarebbero accadute il 6 aprile, giornata relativamente tranquilla rispetto alle precedenti, quando circa 300 agenti sono entrati nel carcere per svolgere delle perquisizioni arbitrarie, abusando poi della loro autorità. Per quattro ore i carcerati sono stati vittima di schiaffi, pugni, calci e manganellate. Le intercettazioni tra gli agenti non lasciano dubbi sulla veridicità delle immagini: si parla di “abbatterli come vitelli”, “domare il bestiame”, “chiave e picconi in mano”.

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Nelle settimane successive non sono tardate le denunce di quanto accaduto, anche da parte di ex detenuti appena rilasciati. Le vittime hanno raccontato dei danni fisici e psicologici subiti nelle quattro ore di mattanza. L’indagine è iniziata grazie a una denuncia del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, grazie alle testimonianze dei parenti delle vittime. La procura di Santa Maria Capua Vetere ha emesso un’ordinanza a carico di ben 52 persone e ordinato 8 arresti, 18 domiciliari e 23 interdizioni dal pubblico ufficio. La ministra della Giustizia Marta Cartabia ha disposto un rapporto su ogni informazione e sull’intera catena di responsabilità: “È un’offesa e un oltraggio alla dignità dei detenuti e anche a quella divisa che ogni donna e ogni uomo della polizia penitenziaria deve portare con onore […] È un tradimento della Costituzione”, ha commentato. Ma il mondo della politica non è unanime su che parte schierarsi. Il leader della Lega Matteo Salvini ha espresso vicinanza agli agenti: “i singoli errori vanno puniti, conosco quei padri di famiglia sotto accusa e sono convinto che non abbiano fatto nulla di male“.