L’avvocato di Young Thug si rifiuta di infamare, Brian Steel sceglie la prigione

Brian Steel è stato accusato di oltraggio alla corte e condannato a venti giorni di detenzione

Ieri si è raggiunto quello che forse è l’apice del delirio nel processo YSL RICO a Young Thug. Questa volta il protagonista è stato il suo avvocato, Brian Steel, preso in custodia per oltraggio poco dopo il ritorno dal pranzo del giudice Ural Glanville e dell’accusa. La giuria non era ancora stata riportata in aula e Steel ha deciso di lanciare la bomba: Lil Woody, testimone chiave per l’accusa, avrebbe incontrato il suo avvocato, i procuratori e lo stesso giudice in segreto dalla difesa. Glanville si è giustificato sostenendo che si era trattato di una camera di consiglio, un procedimento perfettamente legale, e ha accusato Steel di intimidazione e coercizione dei testimoni, intimandogli di riferire chi fosse la fonte. Ma l’avvocato si è rifiutato di parlare.

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Brian Steel è stato preso in custodia e condannato a scontare i prossimi 10 weekend in carcere per un totale di venti giorni. Più tardi nel pomeriggio è tornato in aula per consentire al processo di proseguire. Sua moglie, con la quale condivide lo studio legale, ha richiesto l’appello per l’accusa di oltraggio del marito. Mentre veniva portato via, Steel ha chiesto insieme al secondo avvocato Keith Adams di annullare il processo poiché in sua assenza non sarebbe stato possibile garantire una difesa appropriata al suo cliente. “Per questo motivo chiedo un annullamento del processo e presumo che lo negherete, ma vorrei che negaste le nostre mozioni per l’annullamento del processo”, si è rivolto al giudice, che l’ha soddisfatto negando esplicitamente la sua richiesta. Condannato a scontare la pena nella prigione della contea di Fulton, Steel ha poi richiesto di sostituire il carcere con quello della contea di Cobb, dove è detenuto Young Thug, così da poter lavorare sul caso insieme. Glanville ha acconsentito, dicendo che avrebbe parlato con lo sceriffo.

Lil Woody, all’anagrafe Kenneth Copeland, è il testimone che venerdì scorso si è rifiutato di parlare al processo. Presunto affiliato alla YSL, i procuratori speravano che Copeland condividesse dei dettagli relativi ai crimini di cui Young Thug è accusato. Essendo un recidivo più volte condannato, Copeland ha patteggiato nel 2021 iniziando a collaborare con la polizia. Tuttavia, non appena è salito alla sbarra ha immediatamente invocato il suo diritto del Quinto Emendamento contro l’auto-incriminazione, di fatto tacendo. Pertanto Glanville lo ha dichiarato colpevole di oltraggio alla corte e ha ordinato che fosse preso in custodia. Copeland è tornato al banco lunedì dopo l’arresto di Steel; questa volta ha scelto di testimoniare, mantenessi tuttavia piuttosto evasivo nelle risposte.