“Euphoria”, 383 secondi di distruzione

“Euphoria”, la nuova diss track di Kendrick, sembra aver elevato il suo autore a vincitore (temporaneo) del beef con Drake

Ha invocato una reazione per giorni, poi Drake è stato accontentato. Anche se forse si aspettava una risposta meno aggressiva, visto il tono di Kendrick in “Euphoria”. Come per “Taylor Made Freestyle”, il nucleo della diss track non è la rivelazione di qualche verità nascosta, quanto un abile uso retorico delle parole, soprattutto dei loro significati non immediatamente percepibili. Tutti i riferimenti sono decisamente troppi da elencare qui, ma le barre più importanti sono assolutamente da conoscere per chiunque abbia seguito il dissing fino a questo punto. Quindi, iniziamo.

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Innanzitutto la traccia è stata pubblicata la mattina del 1 maggio, precisamente alle 8:24. L’orario non è casuale: infatti allude ai numeri di Kobe Bryant durante la sua carriera. Anche il titolo del brano, “Euphoria”, è polisemico, in quanto oltre a definire uno stato di entusiasmo (quello di Kendrick nell’annientare l’avversario), è anche il titolo della serie tv HBO per ragazzi di cui Drake è stato produttore esecutivo. L’ultimo easter egg esterno al testo è la voce registrata e capovolta che apre la traccia; si tratta del personaggio Wiz che nel film omonimo, una sorta di rivisitazione del Mago di Oz in chiave urban/black anni ’70, dice “Everything they say about me’s true”, come a sottolineare la veridicità delle affermazioni che si sta per ascoltare.

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Quello che fa Kendrick nel corso delle strofe è, in fin dei conti, dimostrare che Drake non è il bravo ragazzo che vuole apparire. Attraverso l’esposizione delle sue insicurezze, dei suoi problemi con la legge e del suo rapporto controverso con le donne e con il figlio, Lamar smonta il personaggio e cerca di rivelare la persona. Alcuni riferimenti mirano a sminuirne la credibilità, come quelli sulla sua appartenenza razziale (“We don’t wanna hear you say ‘n***a’ no more”, “How many more Black features till you finally feel that you Black enough”), sui presunti ghostwriters (“Ain’t 20v1, it’s 1v20 if I gotta smack n***as that write with you”) o sulla sua effettiva influenza “di strada” (“I be at New Ho King eating fried rice with a dip sauce and blamy, crodie/Tell me you’re cheesing, fam/We can do this right now on the camera, crodie”).

Non mancano però anche gli attacchi diretti alla sua persona, a partire dalle critiche sul suo ruolo paterno (“Why would I call around tryna get dirt on n***as, y’all think all of my life is rap?/That’s h*e s**t, I got a son to raise, but I can see you know nothing about that”); seguono poi alcuni insulti relativi al lato fisico di Drake, al suo corpo, alla sua voce o alla sua camminata (“I hate the way that you walk, the way that you talk/I hate the way that you dress”) oppure ai rumors sul ricorso alla chirurgia estetica da parte del canadese (“Let your core audience stomach that, then tell them where you get your abs from”).

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Per concludere, Kendrick invita altri nomi al banchetto, mettendo in mezzo Lil Yachty (“I’m allergic to the lame s**t, only you like bein’ famous/Yachty can’t give you no swag neither/I don’t give a f**k ’bout who you hang with”), Sexyy Red (“When I see you stand by Sexyy Red, I believe you see two bad b***hes/I believe you don’t like women, that’s real competition, you might pop ass with ’em”), YNW Melly (“Yeah, Cole and Aubrey know I’m selfish/The crown is heavy I pray they my real friends/But if not, I’m YNW Melly”) e infine nientemeno che Tupac, in risposta alla sua presenza generata dall’AI nella traccia di Drake (“Somebody had told me that you got a ring, on God, I’m ready to double the wage/I’d rather do that than let a Canadian n***a make ‘Pac turn in his grave”). Ma l’attore sociale che più può ferire un rapper non è un altro rapper in particolare quanto “la scena” come individuo collettivo, “the culture”: “We hate the b***hes you f**k, ’cause they confuse themself with real women/And notice, I said, ‘We,’ it’s not just me, I’m what the culture feelin'”.

Per adesso Drake ha reagito pubblicando su Instagram una sequenza del film “10 Cose che odio di te”, ma la vera risposta deve ancora arrivare.